Come nasce un disegno
Disegnare fa parte della mia quotidianità e si presenta in molti modi diversi tra loro, tutti necessari, che contribuiscono al risultato finale.
C’è un periodo che considero una sorta di lunga gestazione, invisibile a chi non presta attenzione, in cui si entra nel “mondo del senza limite”, in cui tutto diventa possibile e il difficile è restarci abbastanza a lungo per avere il tempo e lo spazio affinché anche i nostri limiti si espandano e diano vita a quel semino che serve per il novo disegno.
Un mio caro amico chiama questo momento contemplazione, ovvero azione nel tempio e in questo caso il tempio sono io stessa. E’ un momento solitario introspettivo di grande silenzio…
Per me non significa meditazione o ritiri speciali, è semplicemente qualcosa che avviene anche mentre faccio la spesa o parlo con gli amici, è un attitudine che rimane nello sfondo perché è profonda. In tutto questo chiaramente ci sono anche le ispirazioni dei grandi: mostre, libri etc.
Poi 'c’è la progettazione: quali materiali? (anche se sembra che non vari mai, c’è dietro una sperimentazione minuziosa) Soggetto? Quali colori e il formato?
Questa è una fase di prove e esperimenti (mentali alla Einstein e quelli che superano la prova vengono alla luce nella realtà per poi magari essere scartati) lo scopo è avvicinarsi il più possibile a ciò che ho in testa.
Che effetto ha l’acqua del mare?
Alla ricerca di una texture particolare, acquerello salato!
Finalmente è arrivato il momento del disegno vero e proprio, che in fondo è la parte più “semplice” in quanto il semino è maturato e sta per sbocciare, questa fase ha a che fare con la tecnica, che non può mancare che va coltivata ogni giorno perché è lo strumento che ti permette di espandere i limiti del realizzabile!